sabato 25 ottobre 2008

luoghi d'allerta a Zollino



Zollino, 26 ottobre ore 20.00 - Auditorium Centro Anziani

Con il recital “Qui se mai verrai…” e il concerto “il Viola di Maria”
si chiude a Zollino, la VI edizione de I Luoghi d’Allerta.

I Luoghi d'Allerta, visite ed itinerari di spettacolo del Fondo Verri, chiudono la sesta edizione a Zollino. (visita rinviata per causa maltempo il 14 settembre).
In scena nell’Auditoriun del Centro Anziani alle ore 20.00 il concerto recital Qui,se mai verrai il salento dei poeti per le voci recitanti di Simone Giorgino, Piero Rapanà e Angela De Gaetano accompaganti dalle musiche degli Adria.
A seguire, Il Viola di Maria, con Maria Mazzotta, Redi Hasa al violoncello, Valerio Daniele. alla chitarra, Rocco Nigro alla fisarmonica, Manuela Salinaio alle percussioni, Vito De Lorenzi alla batteria e alle tablas.
Il viola è il rosso in amore al blu. E’ la nostra immagine del mondo, una perfetta fusione di anima e ‘animus’, di cuore e cervello, di dionisiaco e apollineo, di dubbi e certezze, di filosofia e matematica. E’ il colore dell’amata contraddizione, della rigida coerenza che perde ogni senso lasciando spazio all’ampiezza e all’abbraccio del duttile, del flessibile, della vita orientata al divenire e al movimento.
Allo stesso modo Il viola di Maria è un progetto in continua contraddizione tra l’amore appassionato e il desiderio di Ricerca che risolve il dissidio solo nel’atto stesso del suonare, nel gesto e nei movimenti minimi delle corde, delle ance e delle pelli lasciate in balia del suono e del rumore. Il progetto prende avvio nel 2006 dall’incontro di cinque musicisti di diversa estrazione ed insolita collocazione. La formazione presenta un repertorio costituito in parte da composizioni inedite e in parte da nuovi giochi linguistici sperimentati e ricercati nel contesto della riproposta delle musiche tradizionali del sud-Italia e balcaniche, rintracciando in entrambe le tradizioni un forte legame costituito dalla simbiosi dell’uomo con la terra e da una storia di povertà, quotidianità e dolore.

venerdì 17 ottobre 2008

Città di messapi di ebrei e di primitivo


Manduria 19 ottobre dalle ore 18.30

Domenica, 19 ottobre, le visite e gli itinerari di spettacolo del Fondo Verri fanno tappa a Manduria. Città di messapi e di vino. L' antico passato e il presente cuciti insieme: le mura megalitiche, i resti del fossato, la necropoli ridonate allo sguardo dei visitatori fanno tessuto con gli stabilimenti vinicoli che la abitano. Luogo ideale del “Grande Salento” perchè luogo ideale di congiuzione delle tre provincie. Il Salento ha un cuore, si dice, e questo cuore pulsa il rosso cupo del “primitivo, parola che più di ogni altra identifica la città della “Fiera Pessima”!Inizialmente la città era situata leggermente più a occidente, con il nome di Casalnovo, nell'antica Terra d'Otranto. Durante il periodo messapico, affrontò varie guerre con la vicina Taranto, durante una delle quali trovò la morte Archidamo III, re di Sparta, venuto a sostenere i tarantini. Manduria nel III secolo a.c., entrò a far parte dei domini di Roma. Durante la discesa di Annibale in Italia, Manduria si annoverò tra le città ribelli a Roma, e per questo la repressione fu molto dura: le fonti storiche riferiscono della deportazione di migliaia di uomini. Distrutta nei secoli successivi dai Saraceni, venne rifondata con il nome di Casalnuovo, per poi riprendere il suo antico nome alla fine del XVIII secolo. La visita partirà da Piazza Vittorio Veneto per entrare nel centro storico da Piazza delle Erbe, per poi inoltrarsi nel labirinto di viuzze, cortili, piazzette, nelle stradine del medioevale ghetto degli ebrei, che muovono nel centro storico. Una miriade di piccole abitazioni risalenti al cinquecento e al seicento sino a giungere nella Chiesa Madre. Ad accompagnare la visita Piero Rapanà, i canti di Nadia Martina, la fisarmonica di Rocco Nigro, il violino di Francesco Del Prete e la voce di Alessandra Caiulo con il progetto di canzoni d'autore “Corpi d'arco” e il raffinato e imprevedibile trio jazz di Roberto Gagliardi, Livio Minafra e Vincenzo Mazzone.

venerdì 10 ottobre 2008

Nel paese dell’argilla


San Pietro in Lama 12 ottobre dalle ore 19.00

Appuntamento e partenza da Museo “Caroli” f. Memmo


Una leggenda fa risalire l’origine del paese al 43 d.c., quando l’apostolo Pietro sbarcato a Badisco e diretto verso Roma si ferma in questa zona acquitrinosa (lama) per evitare la pagana Lecce.

Le prime notizie storiche risalgono al 400, quando il paese era abitato da 38 “fuochi”(famiglie) nel tessuto delle case a corte, situate tutte nell’attuale via XX Settembre nucleo originario dell’abitato di San Pietro. Il paese dell’argilla, della terracotta, del tornio e delle mani che danzano sul crescere d’un vaso.

Scena saranno proprio le case a corte che accoglieranno i versi dei poeti Francesco Pasca e Luigi Caricato che saranno presentati da Antonio Vito Conte. Le musiche e i canti sono quelli di “Quista è la strada de le fimmene beddrhe” di Cinzia Villani, Maria Mazzotta, Carla Maniglio. La chitarra di Valerio Daniele e il violoncello di Redi Hasa.

A chiudere la visita presso il Museo Memmo-Caroli il concerto-recital “Qui,se mai verrai… il Salento dei poeti”, con Piero Rapanà, Simone Giorgino, Angela De Gaetano e i suoni di Adria.

La poesia è visione, è viaggio, è attraversamento. Le parole dei poeti servono a comprendere l’intima natura dei luoghi, la loro essenza comunicativa. I loro pregi e i loro difetti. Il Salento è luogo di poesia e i poeti hanno avuto occhi e parole. Di questo sguardo i Luoghi d’Allerta si fanno carico!

giovedì 2 ottobre 2008

Castri Sancti Viti o degli Schiavoni...



settima visita
San Vito dei Normanni,
domenica 5 ottobre dalle ore 19.30
appuntamento e partenza dal Castello Dentice di Frasso
Guida la visita l’assessore alla cultura Vincenzo Ernesto Marinò

Tra i suoi tanti nomi “Castri Sancti Viti”, San Vito dei Normanni, o degli schiavi o degli schiavoni, ha avuto anche quello di San Vito di Terra d'Otranto! Quel grande Salento che tanto cerchiamo nelle tessiture camminanti de I Luoghi d'Allerta si realizza in questa nominazione.

San Vito, come ogni luogo quando guardi indietro, racconta molte storie, molte origini. Suggestioni da rintracciare sulle pietre. Ci troviamo il normanno Boemondo d’Altavilla figlio di Roberto il Guiscardo, amante della caccia e che, proprio per tale passione, aveva fatto edificare una torre quadrata in questo luogo così ricco di boschi e selvaggina. La torre aveva una destinazione strategica: mura doppie oltre un metro, con caditoie, finestrelle e merli su tutti i lati per cerbottane, balestre e archibugi, ed un largo fossato per impedire l’accesso al nemico. Ma tanto altro è da scoprire! Guida della visita per l'appuntamento di domenica 5 ottobre è con Piero Rapanà, l’assessore alla cultura Vincenzo Ernesto Marinò.
Ospiti la voce di Alessandra Caiulo e il violino di Vincenzo Del Prete con “Corpi d'arco” e il gruppo Alma de Tangos con le suggestive sonorità del tango dei quartieri di Buenos Aires, con Nadia Martina, Rocco Nigro, Gianni Tarantino, Massimo Carrieri e Francesco Congedo.
Il gruppo propone un repertorio che ripercorre la storia del tango: dai classici di Pugliese, Troilo, Canaro, Di Sarli, Mores... al “tango nuevo” di Piazzolla.
Nel progetto, ovviamente, non potevano mancare le ritmiche incalzanti della Milonga e la magia del Tango Vals.

venerdì 26 settembre 2008

Nei frantoi di Torre Santa Susanna


Quinta visita

Torre Santa Susanna

28 settembre dalle ore 19.30

Appuntamento zona dei frantoi ipogei

Il 28 settembre a Torre S. Susanna la visita dei Luoghi d'Allerta attraverserà il centro storico e la suggestiva zona dei frantoi ipogei recentemente riportati alla luce e restituiti alla comunità.

I frantoi ipogei di Largo Moccia, sono un sistema esteso e diffuso di ambienti interamente scavati nel banco calcarenitico, il cui spessore tra interno e piano stradale varia tra cm. 80 e 160.

L’ubicazione dei frantoi ipogei, lungo via Leanza, direttrice che collega la cittadina con Mesagne, conferma non solo la loro strategica importanza economica, ma anche quella storica poiché in questa direzione è la chiesa altomedievale di San Pietro di Crepacore, a cavallo del Limitone dei Greci. Una valenza storica dei frantoi ipogei che persiste nella sua stessa struttura architettonica e decorativa di più antica origine, ricollegabile ad un insediamento basiliano e che trova attinenza nella vicina cripta della chiesa della Madonna di Galaso. Una testimonianza è la mensa, uno spazio quadrato rialzato di circa 80 centimetri dal piano di calpestio circostante, con sedile e tavolo (cenobio?) ricavati nel banco calcarenitico, che presenta modanature lungo le pareti (arcatelle a tutto sesto) e con le arcate ed i pilastri arricchiti, come altri ambienti contigui, da capitelli sintetizzati in aggetti lineari e semicolonne sormontate da tenui rilievi floreali che lasciano trasparire un antico gusto medievale.

A guidare l'itinerario con Piero Rapanà sarò Maria Pia D’Apolito "responsabile dell'Associazione Culturale Gruppo Guide Turistiche".

I canti sono affidati a Enza Pagliara accompagnata da Gianluca Longo e Emanuele Licci con Raffaella Aprile. Ospite della serata La Cantiga de la Serena per le corde di Adolfo La Volpe i flauti di Giorgia Santoro e le percussioni Vito De Lorenzi

Lo spazio della poesia è dedicato ai poeti Antonio Fazzi e Boccardi Annamaria che hanno partecipato alla 14 edizione del Concorso di poesia Santa Maria di Crepacore l’ospite è Orodè Oronzo de Catalaldo.

La chiesa di Santa Maria di Crepacore potrà essere visitata dalle ore 17.00-19.00

venerdì 19 settembre 2008

Col negroamaro a Guagnano



Quarta visita
Guagnano, 21 settembre dalla ore 19.30
Il Comune di Guagnano (Assessorato alla Cultura e Spettacolo), con il decisivo contributo dell’Unione dei Comuni del Nord Salento, ospiterà per domenica 21 Settembre, a partire dalle 19.30, le visite e gli itinerari di spettacolo di Luoghi d'Allerta. L’itinerario guagnanese coinvolgerà gran parte del centro storico che in tale occasione diverrà un vero palcoscenico a cielo aperto delimitato da fiorere in legno e fiaccole romane.
Si partirà dal Palazzo Mucci alle 19.30, antico palazzo sapientemente ristrutturato, dove i visitatori saranno accolti da Piero Rapanà. La guida Maria Degli Atti che illustrerà, sull’imponente scalinata che conduce al piano nobile del palazzo risalente al XVII secolo, le caratteristiche storico-artistiche e culturali dei diversi siti toccati dalla manifestazione. Ci si sposterà poi, percorrendo parte di Via Sigillo, in Via Castello presso la sede del Museo del Negroamaro, antico palmento di proprietà della famiglia Tarentini, interamente ristrutturato, che aprirà per la prima volta i battenti ai cittadini di Guagnano ed a tutti i visitatori. Per l’occasione avrà luogo una breve conferenza, in cui saranno esposti i progetti: “Guagnano Centro” e “Premio Terre del Negroamaro”, Una volta fuori dal Museo, i visitatori saranno accolti da una degustazione di vini che vedrà protagoniste tutte le Cantine guagnanesi: Taurino, Cantele, Candido, Leuci, Feudi di Guagnano, Antica Masseria del Sigillo e Cantine Emera. Subito dopo i visitatori saranno accompagnati nella bellissima via Tarentini, che per l’occasione sarà teatro di una mostra di pittura ad opera di artisti locali. Alla fine della Via Tarentini, aprirà le sue porte ai visitatori il bellissimo Palazzo Degli Atti, parte fondamentale dell’antico Castello guagnanese, attestato nelle fonti già nel XII secolo. Una volta fuori da Palazzo Degli Atti, ci si recherà presso la Chiesa Madre S. Maria Assunta, aperta e sapientemente illustrata per l’occasione a tutti i partecipanti alla manifestazione.
Ad accompagnare la visita Corpi d’arco di Francesco Del Prete violino e Alessandra Caiulo voce, i canti di Maria Mazzotta per le corde di Valerio Daniele, e i versi di “Asilo di mendicità” (Besa) di Simone Giorgino. Ultima tappa vedrà come palcoscenico per il gran finale la splendida P.zza Maria SS. del Rosario, ove avrà luogo l’entusiasmante e trascinante concerto della ciurma della BandAdriatica capitanata da Claudio Prima.

giovedì 11 settembre 2008

All'acqua! All'acqua!


quarta visita
Zollino 14 settembre dalle ore 19.30
Appuntamento a Largo Pozzelle

I Luoghi d'Allerta, itinerari di spettacolo del Fondo Verri, fanno tappa a Zollino. L'appuntamento è alle 19.30 a Largo Pozzelle.
C'è quelli del Casale di Arpigliano (che era vicino a Martano) all'origine? O furono un gruppo di Soletani in fuga a fondare Zollino? C'è il Sole di mezzo. Il Sole che fa pensare a questa origine. Compare negli stemmi di entrambe i centri abitati. Una zona antica, “abitata” da Menhir. Zona greca, il paese assimilò fortemente l’influenza bizantina, tanto che il rito religioso greco si estinse solo nel 1688; zona di “pozzelle”, di acqua. Qui, come negli altri centri della Grecìa Salentina, sono presenti numerosi pozzi che un tempo soddisfacevano il fabbisogno idrico. Ogni singolo pozzo aveva un tempo un proprio nome: ”lipuneddha” (volpe), “scordari” (aglio), “pila” (lavatoio).
Quanta storia, quanta memoria! Val bene una visita!

Ad accompagnare il pubblico la guida Mattia Manco con Piero Rapanà, le musiche sono quelli degli Adria, in Trio, Claudio Prima Redi Haza ed Emanuele Coluccia.
Poi il
progetto di Francesco Del Prete e Alessandra Caiulo, “Corpi d’Arco”.
La poesia è affidata ai versi di Giovanni Santese e Massimo Manieri con l’installazione video-poetica di “Mantra Doom”. Ospite “Mele” giocoleria contemporanea. di Emilia Tau e Marco Paoletti.

lunedì 8 settembre 2008

venerdì 5 settembre 2008

Nella "greca" Castiglione



terza visita Ld'A 2008
7 settembre ore 19.30, Castiglione - Andrano

Il 7 settembre ad Andrano la scena, degli itinerari di spettacolo del Fondo Verri, a Castiglione, borgo di Andrano, anticamente denominato "Castiglione d'Otranto" è un paese che ebbe in origine, lingua, sacerdoti e rito greco fino al secolo XV e piena autonomia comunale fino al 1859. L’appuntamento per l’avvio della visita alle ore 19.30, dalla Cappella di Santa Maria Maddalena, ad accompagnare la visita con Piero Rapanà, il prof. Filippo Cerfeda. L'ambientazione musicale è affidata alle suggestioni medioevali de La Cantiga de la Serena, ai canti tratti da “Sebben che siamo donne” raccolta dell’ensemble Triace. e alle corde di Valerio Daniele e Redi Hasa . La poesia è affidata alle visioni di Carlo Michele Schirinzi che presenta “Macerie dell’arcobleno”. “Macerie dell’arcobleno”…un caravaggio iperlegnoso inabissato nella polvere, abbandonato a se stesso come un relitto in perenne attesa di un luminoso attracco… Scrutando ed annusando gli anfratti e gli orifizi di questo corpo martirizzato ed imploso, si disegna una mappatura, o meglio un’autopsia di ciò che resta dell’ex-cinema Arcobaleno di Alessano (chiuso nel 1984): una fredda analisi ‘spiata’ di questa carcassa pulsante di vita, in cui il ricordo è reiterato soltanto dal battito lontano di un proiettore. Illuminato dalle sole torce elettriche tenute in mano dai protagonisti, il video è ridotto ai minimi termini: dialoghi estromessi in favore di un’afasia legnosa, solennemente intimizzata e sacralizzata dalle musiche di Gabriele Panico. Il lavoro è stato realizzato insieme ai ragazzi che hanno frequentato il corso di tecniche cinematografiche tenuto da Carlo Michele Schirinzi e da Michela Santoro presso il Comune di Alessano (Lecce), con il contributo dell’Assessorato alla Cultura e dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune. A Castigliane si arriva percorrendo la provincille che da Lecce porta a Leuca uscita per Montesano-Castiglione.

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mercoledì 3 settembre 2008

Il Capitano Black nella piccola patria di Cavallino



Cavallino è come una “piccola patria”,
per quanto appare densa di spunti, di sollecitazioni, di interessi.
Accuratamente cresciuta e valorizzata
da una determinazione politica che ha pochi eguali nella provincia dei “100” comuni.

di Mauro Marino

M'è capitato tante volte di passeggiare per Cavallino, di attraversarla, di percepirne i cambiamenti, di viverli direttamente come spettatore e come artefice.di cose di spettacolo e di cultura. Una delle prime volte negli anni settanta per un concerto di Giovanna Marini, se non ricordo male con il Canzoniere Grecanico Salentino. Un altra volta per “Ep art”, una significativa collettiva di artisti salentini, ospitata in sterminate sale bianche, nel grande palazzo del convento dei Domenicani. Era prima del restauro che ha 'regalato' una meravigliosa sede all'Università di Lecce che li abita con l'Isufi. Un'altra volta, da attore, nella scuola media per una replica di “Nuvole” ai piedi di una statua del Capitano Black. L'ultima visita, domenica scorsa, per gli itinerari de I Luoghi d'Allerta. Cavallino è come una “piccola patria”, per quanto appare densa di spunti, di sollecitazioni, di interessi. Accuratamente cresciuta e valorizzata da una determinazione politica che ha pochi eguali nella provincia dei “100” comuni. Il parco archeologico diffuso con le tracce della civiltà messapica, il Convento dei Domenicani, la grande piazza con il palazzo dei Castromediano. Sigismondo, qui nacque il 20 gennaio 1811 e qui dimorò sino alla matura età di 37 anni. Un eroe del risorgimento. Un eroe italiano. Mazziniano della Giovine Italia, aderì poi alla 'soluzione' della Monarchia costituzionale: una patria italiana unitaria con a capo il re sabaudo. Da ragazzo, quando il museo provinciale di Lecce era fatto di poche stanze, ospitate nel cortile dei Celestini, andavo a contemplare le cose che gli erano appartenute. Gli occhialini, le decorazioni, le catene toccategli nella lunga prigionia nelle carceri borboniche e una giacca. Rossa, la ricordo, garibaldina. Ci andavo per capire, per sentire un contatto con la sua avventura e con la Storia. Il 30 ottobre 1848, Sigismondo Castromediano fu arrestato insieme ai compagni del Circolo Patriottico Salentino, con l’accusa di essere uno dei principali responsabili della sommossa antiborbonica scoppiata a Lecce il 29 giugno del ’48. Il 2 dicembre dell’anno successivo fu condannato, insieme ad altri amici, come il Verri e lo Stampacchia, a 30 anni di carcere. Ma Sigismondo non tradì mai il credo politico mantenendo alta la sua dignità morale, soffrendo pene, privazioni e torture nelle galere borboniche. Il 14 gennaio 1859, mentre era nel porto di Cadice in Spagna in attesa di essere esiliato nelle lontane Americhe, riuscì, insieme con altri prigionieri politici, a sfuggire ai controlli e ad imbarcarsi su di una nave per l’Irlanda. Dopo un lungo viaggio, i fuggitivi giunsero a Torino dove furono accolti e aiutati da Vittorio Emanuele II e da Camillo Benso di Cavour. Due anni più tardi, le speranze politiche del patriota Castromediano divennero realtà. L’Italia unita in un unico Stato organizzato in forma di monarchia costituzionale sotto Casa Savoia! Il nostro divenne deputato nel 1861, nel primo parlamento dell'Italia unita, eletto nel collegio di Campi Salentina. Alla fine della legislatura tornò a Cavallino, dedicandosi alla politica del territorio, all'archeologia, alla scrittura. Morì il 26 agosto 1895. E Sigismondo letterato ebbe modo di conoscere, di presentare e recensire Giuseppe De Dominicis, altro 'illustre' cittadino dell'antica città messapica. Così ne descrive l'abitazione: “ Il letto stravolto, la cassa aperta, tre sedie. Una sciancata, la seconda sfondata, la terza manca di mezza spalliera, la più accettabile è la quarta presso lo scrittorio, pur esso impiantato a sghimbescio. E v'è un cappotto arrotolato in un angolo, abiti e berretti alla rinfusa, un oriolo da sacca pendente da fianco al letto. E poi libri spaginati, carte sgualcite, righette, lime, coltelluzzi, bulini, succhielli, stecche di basso, scalpelli... Non vi mancano colori a polvere o stemprati, nè pennelli d'ogni grossezza, e matite e boccette d'olio di lino ed altre vernici. Di qua bozze di caricature, di là pietre da litografare, e teste e figure modellate in creta, e pezzi di legni forti con iniziate incisioni, articoli di giornali incominciati e ben presto dimenticati, un diavoletto insomma da spaventare, poiché l'autore di tanto disordine se ne impipa e senza badare a chi lo avvicina prosegue a disegnare, a dipingere, a intagliare, a litografare e a schiccherare cronache saporite che i giornali si litigano” Io di questi, soprattutto, vi voglio raccontare. Dell'autore de i “Canti de l'autra vita”, l'inventore di “Pietru Lau”. Sapete, di lui m'ero fatto un'idea strana, con il tempo le informazioni scolorano e vanno rinnovate. Lo immaginavo vecchio. Così lo incontri, a Cavallino, se ne contempli il busto posto nei pressi della casa natale. Ma non è così! Egli è stato soltanto giovane! E scopri scopri “contemporaneo” per indole. Artista a tutto tondo. A tutta vita. Poeta del quotidiano, tolto al mondo, a soli 35 anni, da una improvvisa crisi cardiaca. Nacque l' 11 settembre 1869 e morì il 15 maggio 1905. Aveva la sua lingua Peppino, lu Capitanu Tracca, il Capitano Black, lo affascinavano i suoni di quella “volgare”, il dialetto parlato dalla gente. Che l'Italia ancora era acerba e il sud antico, non sapeva l'italiano e la poesia si faceva cantando “scrace e gersumìni”. Un immaginario tutto legato alla civiltà contadina, alla miseria popolana, al paesaggio piatto e assetato del Salento. Agli umori della povera gente, all'ironia al sarcasmo che alleggerivano la vita. Racconta Ennio Bonea in un suo saggio su De Dominicis pubblicato nel 1985, su Apulia, periodico di economia e cultura della Banca Popolare Pugliese: “Nell'immediato dopoguerra a Lecce era facile trovare degli artigiani e qualche popolano di cultura medio-bassa, di mezza età, che citavano versi dialettali di Giuseppe De Dominicis imparati a memoria , senza lettura, per trasmissione orale, dai vecchi ai giovani, da amico ad amico, specie per un riferimento a stati fisici contingenti, ad esempio per denunziare la fame: 'Na ndore te purpette se sentia // ca veramente a nterra te menaa!...'. Voglio dire che, una quarantina d'anni fa, quando ancora a Lecce era viva la 'Cultura pedonale', quella della città percorsa e percorribile a piedi o in carrozzella, perché mancavano le automobili e gli spazi urbani e suburbani erano a misura d'uomo e gli accadimenti si trasmettevano nell'aria da un punto estremo all'altro (...); quando la 'Cultura dell'arco' nell'edificazione di abitazioni civili non aveva ceduto ancora alla 'Cultura dell'architrave' che col cemento armato e le assordanti macchine tagliatufo, avrebbe, a metà degli anni Cinquanta, allargato la superficie urbana fino a toccare i paesi limitrofi (...). Pietru Lau e Capitanu Bracca (pseudonimo dialettizzato di Capitano Black) erano nomi correnti come (...) quelli di personaggi viventi del folclore cittadino, a tutti noti (...). La cultura popolare aveva inconsciamente confuso la figura poetica di Pietru Lau col poeta creatore, passato anch'egli alla mitologia popolaresca come patrimonio indigeno”. Ecco il poeta, il cantore. Forse l'unico esempio di poeta popolare della tradizione letteraria salentina. Colui che accompagna la poesia dall'oralità alla scrittura nel valico del secolo, per consegnarla poi nelle mani dei sensibili, dei dotti... Essere “basso”, essere capace di penetrare nel mondo minuscolo dell'umanità incolta, in quell'autenticità che non aveva voce. Li lo sguardo dell'uomo col cappello nero si soffermava, per farne un paradiso d'altra vita. Per portare il sorriso dove sorridere era difficile. Oggi il Capitano Black anima la ricerca di molti: Fabio Sabetta, attore e musicista leccese legge al pubblico “Li martiri d'Otranto”. Carla Guido recentemente ha portato in scena “Li canti de l'autra vita” con Nello Mascia per la regia di Antonio De Carlo e il cantautore Alessio Lega promette una versione in musica dei suoi poemi. Un nuova vita, allora, meritata, per il poeta giovane della piccola patria salentina!

sabato 30 agosto 2008

Visita a Cavallino! Dal Capitano Black!


Il 31 agosto secondo appuntamento de I Luoghi d'Allerta visite ed itinerari di spettacolo del presidio del libro Fondo Verri di Lecce. La meta è Cavallino l' appuntamento alle 19.30 con Federica Mazzotta la guida che con Piero Rapanà accompagnerà gli ospiti, per una passeggiata che dal Museo diffuso, cantiere e scuola di archeologia giungerà sino alla Casina Vernazza. Lungo il cammino gli stupendi affreschi della galleria del palazzo ducale dei Castromediano ed una visita al Laboratorio “La Terra di Mezzo" bottega della creatività, del pluripremiato Ferruccio Zilli e il figlio Isaia. Le loro creazioni nascono in un ambiente e in una struttura del passato, e con l'aiuto del ferro e del fuoco propongono e realizzano momenti di forme contemporanee.

La visita è dedicata alle falde nere del grande cappello di Giuseppe De Dominicis, il mitico Capitano Black, nella casa natia del poeta, un omaggio dell’attore Antonello Taurino. Lungo l’itinerario le voci di Quista è la strada de le fimmene beddrhe di Cinzia Villani, Maria Mazzotta e Carla Maniglio. Ultima sosta presso Casina Vernazza con “Vino Amaro”, di Enzo Pezzuto telefilm approdato alla BIT di Milano lo scorso febbraio, ispirato ad un articolo di Vittorio Bodini del 1950 sulla produzione vinicola salentina ed è interpretato dal campione mondiale di pallavolo Fefè De Giorgi. A chiudere Aniada trio per la voce di Alessia Tondo, le corde di Adolfo La Volpe e il flauto di Giorgia Santoro.

venerdì 29 agosto 2008

Luoghi d'Allerta a Torre Lapillo

giovedì 28 agosto 2008

Il programma dei Luoghi d'allerta 2008

Associazione Culturale Fondo Verri - Presidio del Libro di Lecce

VI edizione de I Luoghi d’Allerta 2008 - Il Salento dei Poeti

visite ed itinerari di spettacolo

Il Fondo Verri, Presidio del libro di Lecce


con

Regione Puglia, Assessorato al Turismo e all’Industria Alberghiera

Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce

Assessorati alla cultura, lo spettacolo e il turismo delle provincie di Lecce, Brindisi e Taranto

Unione dei Comuni del Nord Salento

Le Amministrazioni Comunali di Andrano, Cavallino, Guagnano, Manduria, Porto Cesareo, San Pietro in Lama, San Vito dei Normanni, Torre Santa Susanna, Zollino.


presenta la VI edizione de I Luoghi d’Allerta 2008 - Il Salento dei Poeti


L’itinerario toccherà le provincie di Lecce, Brindisi e Taranto.

Torre Lapillo (Porto Cesareo) il 29 agosto, Cavallino il 31 agosto, Borgo Castiglione di Andrano il 7 settembre, Zollino il 14 settembre, Guagnano il 21 settembre, Torre Santa Susanna il 28 settembre, San Vito dei Normanni il 5 ottobre, San Pietro in Lama il 12 ottobre e Manduria i 19 ottobre

L’inizio delle visite è fissato alle ore 19.30.

“Ripartiamo dal principio, dalla linea di confine guardando il mare, dalle sentinelle di pietra: le torri costiere che segnarono la prima edizione delle visite, con lo sguardo e il pensiero rivolto agli artefici, ai poeti e alla poesia del Salento”.

Poesia di versi e poesia di atti, di pratiche che al presente vogliono tutelare la qualità del territorio salentino.

Per ogni visita i versi di un poeta, un “capitano di torre” che fa l'accoglienza e una guida, un conoscitore della storia locale, tutti insieme, acompagnano il pubblico, in cerca di storie, dell’autenticità dei luoghi, della schiettezza e del fresco vibrare delle parole nascoste, cantate, donate al venir della sera, quando s’acquieta il tempo e la stagione stempera i colori.

Come per ogni edizione la scena è dedicata alle “risorse” creative del Salento voci di una tradizione sempre in movimento con i suoni dal mondo dei Ronam di Rocco Nigro e Nadia Martina, il canto popolare de “La strada de le fimmene beddhre”, di Cinzia Villani, Maria Mazzotta e Carla Maniglio; i suoni medioevali de “La Cantiga de la Serena”, progetto rivolto al recupero ed alla rielaborazione della musica antica del bacino del Mediterraneo, vero e proprio ponte culturale tra Occidente e Oriente, ensemble curata da Giorgia Santoro con Adolfo La Volpe e Vito De Lorenzi e i “Corpi d’Arco” progetto di Francesco Del Prete e Alessandra Caiulo.

E ancora il canto femminile con: “Se ben che siamo donne” di Triace, “Ninna Morella” di Cinzia Villani, “Il Viola di Maria” di Maria Mazzotta, "Frunte de luna” di Enza Pagliata e ancora Raffaella Aprile, Lorena Cafueri, Emanuela Gabrieli, Alessia Tondo. I musicisti Emanuele Licci, Gianluca Longo, Roberto Gagliardi, Livio Minafra, Vincenzo Mazzone, Carla Petrachi. I poeti Vito Antonio Conte, Giovanni Santese, Simone Giorgino, Marthia Carrozzo, Margherita Macrì, Massimiliano Manieri. L’attrice Elena Cantarone con il suo “Marini Vera fu Gaetano”. Le visioni di Carlo Michele Schirinzi. Il recital “Qui, se mai verrai” e tanti altri ospiti che comunicheremo di visita in visita.

In ottobre ospite delle visite l’attrice toscana Elena Guerini con i suoi “Orti insorti”.



Il programma:


E’ venerdì 29 agosto alle ore 19.30 a Torre Lapillo, conosciuta anche come Torre San Tommaso, il primo appuntamento con le visite e gli itinerari di spettacolo de “I luoghi d’Allerta”, edizione 2008. La sesta per una geografia ideale del Grande Salento disegnata camminando, guardando, incontrando la bellezza. Testardamente cercandola anche li, dove desolatamente è oscurata dall'insensibilità.

E, Torre Lapillo, è luogo simbolo di una rinascita e di una attenzione volta alla valorizzazione della particolarità delle nostre coste, la Torre restituita alla sua bellezza e alla sua funzione di “vedetta” oggi è sede di attività di tutela dell’ambiente. La visita sarà animata dal racconto storico della guida Marco Greco, le musiche saranno a cura dei Ronam di Rocco Nigro e Nadia Martina, i versi quelli di Marthia Carrozzo e Margherita Macrì. Gli itinerari di spettacolo proposti dal Fondo Verri, proseguiranno di domenica in domenica sino al 19 ottobre, l’inizio delle visite è fissato alle ore 19.30.

Il 31 agosto la meta è Cavallino appuntamento con Federica Mazzotta la guida che con Piero Rapanà accompagnerà gli ospiti, per una passeggiata che dal museo diffuso, cantiere e scuola di archeologia giungerà sino alla Casina Vernazza.Lungo il cammino, gli stupendi affreschi della galleria del Castello dei Castromediano.La visita è dedicata alle falde nere del grande cappello di Giuseppe De Dominicis, il mitico Capitano Black. Lungo l’itinerario le voci di Quista è la strada de le fimmene beddrhe di Cinzia Villani, Maria Mazzotta e Carla Maniglio. Ultima sosta presso Casina Vernazza con Vino Amaro, di Enzo Pezzuto telefilm approdato alla BIT di Milano lo scorso febbraio, ispirato ad un articolo di Vittorio Bodini del 1950 sulla produzione vinicola salentina ed è interpretato dal campione mondiale di pallavolo Fefè De Giorgi. A chiudere Aniada trio per la voce di Alessia Tondo, le corde di Adolfo La Volpe e il flauto di Giorgia Santoro.

Il 7 settembre l'appuntamento è a Borgo Castiglione, ad Andrano. Appuntamento per la partenza la Cappella Santa Maria Maddalena, ad accompagnare la visita il prof. Filippo Cerfeda. Ospite della serata La Cantiga de la Serena, musica del Medioevo tra Occidente ed Oriente. Poi Sebben che siamo donne” raccolta di canti al femminile dell’ensemble Triace. La poesia è affidata alle visioni di Carlo Michele Schirinzi.

Il 14 settembre a Zollino in Largo Pozzelle, la guida è Mattia Manco. Le musiche sono affidate a Adria Trio capitanato da Claudio Prima e Corpi d’Arco progetto di Francesco Del Prete e Alessandra Caiulo. I versi sono quelli di Giovanni Santese e Massimiliano Manieri con l’installazione video-poetica di Mantra Doom.

Il 21 settembre, le visite si trasferiscono nel nord Salento, per una passeggiata nel centro storico di Guagnano, guida Maria Degli Atti. Il canto è affidato ad Enza Pagliara per le corde di Gianluca Longo e a Corpi d’arco di Francesco Del Prete e Alessandra Caiulo. I versi sono quelli di “Asilo di mendicità” (Besa) di Simone Giorgino. A chiudere la serata la BandAdriatica di Claudio Prima.

Il 28 settembre a Torre S. Susanna nel centro storico e nella zona dei frantoi ipogei portati alla luce e restituiti alla comunità. Guida sarà Maria Pia D’Apolito. I suoni sono affidati a La Cantiga de la Serena per le corde di Adolfo La Volpe, i flauti di Giorgia Santoro le percussioni di Vito De Lorenzi. Altra voce quelle di Enza Pagliara accompagnata da Gianluca Longo, di Emanuele Licci di Raffaella Aprile e Lorena Cafueri. Lo spazio della poesia è dedicato ai poeti della rassegna Santa Maria di Crepacuore.

Il 5 ottobre Piero Rapanà guidera il pubblico alla scoperta del centro storico di San Vito dei Normanni. La musica è quella di Alma De Tango di Rocco Nigro e Nadia Martina e di Corpi d’arco progetto di Francesco Del Prete e Alessandra Caiulo. La poesia è dedicata agli autori locali.

Il 12 ottobre si torna in provincia di Lecce a San Pietro in Lama. In scena il concerto-recital Qui,se mai verrai… il Salento dei poeti, con Piero Rapanà, Simone Giorgino, Angela De Gaetano e i suoni di Adria. I canti sono quelli di Quista è la strada de le fimmene beddrhe di Cinzia Villani, Maria Mazzotta e Carla Maniglio. Ospite il poeta Vito Antonio Conte.

Domenica 19 ottobre, ultima visita a Manduria, nel centro storico della città. In scena l’esilarante musica creativa di Roberto Gagliardi ai sax, Livio Minafra alla fisarmonica e Vincenzo Mazzone alla batteria e Aniada trio per la voce di Emanuela Gabrieli , le corde di Adolfo La Volpe e i flauti di Giorgia Santoro.

lunedì 11 agosto 2008

giovedì 24 luglio 2008

lunedì 7 luglio 2008

Qui se mai verrai...

martedì 1 luglio 2008

Qui se mai verrai...

Associazione culturale Fondo Verri
Città di Lecce, Assessorato alla cultura e allo spettacolo
Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce
Amministrazione Comunale di Minervino


Lecce, Mediterranea - Estate 2008, giovedì 17 luglio, ore 21.15, Teatro Romano
Minervino di Lecce, domenica 20 luglio, ore 21,15, Piazza Umberto I

Qui, se mai verrai…
Il Salento dei Poeti
un concerto-recital dedicato al Salento e ai suoi poeti

Qui se mai verrai…” - un verso di Vittore Fiore, un invito ed un auspicio per i viaggiatori -è il concerto-recital che il Fondo Verri dedica al Salento e alle voci dei suoi poeti.

Due le date del debutto, una a Lecce, scena di molti versi e di tanto poetare, giovedì 17 luglio alle ore 21.15 sul palcoscenico del Teatro Romano - per la stagione 2008 della rassegna dell’Assessorato alla cultura e allo spettacolo della Citta di Lecce, Mediterranea - e l’altra a Sud, a Minervino, sulla strada che ci avvicina a Finibusterrae, domenica 20 luglio alle ore 21,15, in Piazza Umberto I con il patrocinio e il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Minervino e dell’Istituto di Culture Mediterranee della Provincia di Lecce.

“Qui se mai verrai…” è anche un Cd ed un libro, la proposta di un itinerario, di una visita che guarda il territorio cercando nei luoghi il riverbero della poesia: un audioguida poetica, nata dall’incontro di Piero Rapanà, Simone Giorgino, Angela De Gaetano e gli Adria di Claudio Prima, Maria Mazzotta, Redi Hasa, Emanuele Coluccia, Ovidio Venturoso.

L’opera, introdotta da Antonio Errico, è composta di due sezioni. Una ampiamente rivolta al capoluogo Lecce e l’altra al Salento con versi dedicati ad Acaya, a Roca, a Martano, a Otranto, a Castro, a Poggiardo, a Palmariggi, a Vitigliano, a Cocumola, a Porto Badisco, a S. Maria di Leuca e a Gallipoli. I poeti che costruiscono con i loro versi l’itinerario sono: Vittorio Bodini, Girolamo Comi, Ercole Ugo D’Andrea, Rina Durante, Vittore Fiore, Vittorio Pagano, Claudia Ruggeri, Salvatore Toma, Antonio Verri.

giovedì 19 giugno 2008

domenica 6 aprile 2008

Scacco (matto) alle Torri!



Le torri! Bella suggestione! Torri costiere, castelli, fortificazioni, da sempre, “occhi” attenti della nostra Storia. Luoghi di avvistamento, di contemplazione, di meditazione; di paure e d’incanti volti a Levante. Lo sguardo spinto lontano: attese, fumi di fuochi per dire l’allerta in difesa e in accoglienza di tutte le genti. Le torri testimoni immobili di fughe e di arrivi fatti in silenzio. Sentinelle della pietra, fatte di pietra. Si sa, ruolo dell’arte è prefigurare, aprire strade, dare occhi a chi non vede. E, se questo è il suo compito, “con felicità apprendiamo” che la Provincia di Lecce con Confindustria, proponendosi il recupero delle torri costiere elegendole a testimonial del territorio, ha fatto proprio lo spirito di un progetto culturale attivo nel Salento dal 2003: I Luoghi d’Allerta, visite ed itinerari di spettacolo. “Bello!, ma…”. Al Fondo Verri, sorridono e quel “ma” ha il peso di lunghe ‘battaglie’: “ore e ore al telefono, inseguimenti all’assessore e di chi per lui, per convincere della bontà dell’iniziativa. Poi di colpo! E ti senti un po’ ferito, comunque! Eh! L’ignoranza!, la solita cosa che tu non conti niente, i soliti rompiballe di cui non curarsi, da accontentare con le bricioline. Utili solo a fare gli stalker, le guide, i rabdomanti delle tendenze… Il progetto de I Luoghi d’Allerta è nato nel 2003 è con il 2008 licenzierà la sua sesta edizione. Partendo dalle Torri Costiere, quella di Sant’Emiliano, fu quella che innaugurò la nostra prima volta” racconta Piero Rapanà, curatore del progetto, “gli itinerari proposti dal Fondo si sono spinti via via sino nella provincia di Brindisi e di Taranto dando concretezza alle linee culturali che sostanziano quel Grande Salento che la politica con grande affanno insegue”. “Quei ‘tratturi’, che Provincia e Confindustria vogliono recuperare alla antica bellezza, hanno portato le carovane delle visite sino a Torre Santa Susanna nello scrigno di San Pietro in Crepacore, tra i resti di Egnatia, nell’incanto contadino della Masseria Lo Iazzo a Ceglie Messapica” Benvenga allora questo risveglio istituzionale, no? “Si, ma!”. Ancora quel “ma”!