venerdì 28 dicembre 2007

La Palascia è di tutti

Punta Palascia è un bene comune, è la porta del Parco regionale Otranto-bosco di Tricase, in una zona di interesse comunitario, è la punta più ad Est dell’Italia, lì c’è il faro di una Puglia che vogliamo sia un’ arca di pace nel Mediterraneo.
Il primo raggio di sole che sorgerà ad Est è l’augurio che il 2008 possa essere foriero di pace nel Mediterraneo, mare di molte storie, di molti popoli e scambi, e purtroppo di molti lutti e di molte guerre, conflitti, migrazioni.
Ma proprio lì incombe un progetto dello Stato Maggiore della Difesa, che - in nome della Sicurezza Nazionale - vuole un ampliamento della Base della Marina Militare di Punta Palascia che contempli una torretta di 11 metri per ospitare uno strumento a onde elettromagnetiche e dotato di videosorveglianza per monitorare il Canale d’Otranto in tutte le direzioni, in primis il Medio Oriente. In più, come base logistica, si vogliono locali interrati con uno sbancamento di circa 2.000 metri cubi di roccia carsica, il tutto sempre in zona Parco.
Da mesi le comunità locali, i cittadini, le associazioni più varie, gli intellettuali e gli artisti, in parte le stesse istituzioni sino alla Regione Puglia, si oppongono a questa manomissione che varierebbe lo sky line della costa in area protetta e consentirebbe lavori invasivi in una zona sottoposta a vari vincoli di cui il principale è quello della legge regionale che istituisce il Parco. Nello stesso tempo – su iniziativa del Ministero dell’Ambiente – si sono tenuti Tavoli congiunti di verifica a Roma e un Tavolo tecnico al Comune di Otranto, con la presenza degli interlocutori dello Stato maggiore della Difesa, per appurare l’entità e gli scopi del Progetto nell’ambito dei vincoli di legge, delle esigenze ambientali e della difesa del paesaggio, criteri anche questi sanciti costituzionalmente. Ma per ora le posizioni sono inchiodate nelle proprie rispettive visioni, e gli emissari autorevoli dello Stato Maggiore non vogliono accettare l’alternativa di arretrare queste esigenze costruttive alle spalle della base della Marina dove già esistono altre basi militari con costruzioni spesso obsolete e già invasive dello stato e della bellezza dei luoghi, che si farebbe bene a bonificare o dismettere a tutto vantaggio del paesaggio circostante.
La nostra mobilitazione continua e continuerà sino al chiarimento definitivo della vicenda, e verrà portata avanti nei luoghi istituzionali, nell’opinione pubblica, nelle comunità locali interessate alla istituzione del Parco, sempre nel principio della difesa delle bellezze ambientali e naturali, nella difesa del paesaggio, nella volontà di fare del faro di Punta Palascia la testimonianza storica e simbolica del Mediterraneo come mare di scambi e dialoghi di culture.

Chi volesse sostenere la nostra campagna e la nostra azione collettiva di cittadinanza attiva può contribuire alle nostre spese con liberi versamenti alla nostra PostePay 4023 6004 5267 8982 intestato a Arnaldo De Francesco
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Comitato giù le mani dalla Palascia
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