mercoledì 10 agosto 2011

Il manifesto dell'edizione 2011



venerdì 5 agosto 2011

Luoghi d'Allerta 2011

Ass. Cult. Fondo Verri Presìdio del libro di Lecce
Luoghi d'Allerta – 9° edizione visite ed itinerari culturali e di spettacolo del Fondo Verri dal 21 Agosto al 26 Settembre 2011

Con il sostegno e il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Lecce, delle Amministrazioni Comunali di Aradeo, Castro, Giurdignano, Veglie e dell'Unione dei Comuni del Nord Salento

“Quella volta… le biciclette di Bodini”


(…) Domani 63 biciclette torneranno a percorrere le strade della pianura salentina. Ma biciclette che non si può immaginare senza averle viste; biciclette con le ossa di fuori, tenute su a furia di spaghi: telai di tavole, sellini senza forma, manubri e ruote arrugginiti, pedali che cigolano come carrucole d’un pozzo. Biciclette d’uno squallore, così metafisico che sembra impossibile che non abbiano un anima.
Vittorio Bodini da L’Arneide ultimo atto - Maggio 1951 in Barocco del Sud - Besa

Luoghi d’Allerta non si inscrive nella ‘logica degli eventi’, preferendo praticare una strategia di stretto contatto tra gli artisti, il pubblico e il territorio, chiamato ad essere co-autore di quanto accade in un’'azione comune' che 'tenta' di ritrovare la sua piena connotazione culturale. Materia di racconto dell’edizione 2011 sarà la “maturazione” civica (e la conquista della responsabilità politica) del popolo contadino e bracciantile del Salento, chiave di lettura essenziale per comprendere il Salento Contemporaneo e molto dell'orgoglio territoriale, oltre ogni 'maniera' e folclorismo. Dalla “Terra del Rimorso”, il luogo della soggezione e del rito, alle lotte dell’Arneo, alle leghe contadine e a quelle delle tabacchine, ai grandi processi per ottenere la “Riforma Agraria”. Un Salento che, negli anni ’50, si affaccia alla “modernità” finalmente liberandosi dal 'giogo' magico-religioso.
Luoghi d’Allerta è dunque un atto di poesia che chiama i luoghi e chi li abita ad essere i protagonisti di un racconto in divenire, che si costruisce camminando, attraversando borghi, tratti di costa, vecchie masserie, castelli e centri storici. Visite ed itinerari, quelli di Luoghi d’Allerta, che uniscono energie differenti e trasversali alla conoscenza, per celebrare il territorio, la sua particolarità, la sua bellezza, la sua storia. Gli artisti, gli autori, gli storici, gli intellettuali, sono invitati ad essere i “cantori”, gli officianti di un “rito laico” che mischia sensibilità e mostra vocazioni. Un agire di linguaggi, di segni, di azioni che scrivono la qualità creativa di un territorio, il Salento, ricco di richiami, di echi, di contenuti, di storie e di tracce che ancora possono, nell’accudimento, nutrire sensibilità. Alleati il teatro, la danza, la musica, il canto, i libri, le memorie degli “ultimi” vecchi di quella generazione, gli studiosi di storia locale, nello sperimentare forme di una comunicazione “sottotraccia”, acustica, diretta: la “decerescita” di forme artistiche che, nella sovraesposizione mediatica, dettata dal Tempo, hanno perso la loro carica di interazione po-etica. Un approccio di Teatro/Natura di libro-spaginato che misura gli artisti nel loro divenire voce, suono, movimento nella relazione semplice e frontale con il pubblico in spazi insoliti, particolari per riverberi e prospettive di veduta.
Luoghi d’Allerta non è teatro di strada, non è spettacolo, è esperienza che “valorizza le identità culturali, la storia, la memoria, le testimonianze civili della Puglia, sviluppa la conoscenza e la fruizione dei beni monumentali, archeologici, artistici e naturalistici” del territorio salentino, favorendo “il rapporto tra tradizione e innovazione nella valorizzazione del patrimonio storico, artistico, figurativo, letterario e antropologico” del Salento “anche (e soprattutto) nei suoi aspetti meno noti”. Pienamente corrispondendo all’intenzione del Programma delle Attività Culturali per il triennio 2010\2012 della Regione Puglia. Luoghi d’Allerta è accordare le azioni col cammino, di un peregrinare che guarda la Bellezza e vuole sapere la storia, le vicende, i racconti per scoprire i luoghi nella loro interezza, nella loro “naturale” intensità.

Le visite di Agosto

Prima visita – Abbazia di Cerrate
Il via domenica 21 agosto, l'appuntamento è nell'Abbazia di Cerrate, sulla strada provinciale che collega Squinzano a Casalabate. L'Abbazia fu fondata agli inizi del XII secolo da Tancredi d'Altavilla Conte di Lecce. La leggenda racconta che in questo luogo sia apparsa a Tancredi la Madonna, fra le corna di un cervo, da cui il nome (Cerrate o Cervate). Ad accompagnare la visita il “capitano di Torre” Piero Rapanà e il “saggio narratore” Maurizio Nocera. Un'itinerario dedicato alla Cultura e al senso del farla, del produrla in un luogo che è stato Cenobio dei Monaci di Basilio, luogo di preghiera e di ricerca civica. L'area in cui sorge l'Abbazia di Cerrate, fu acquisita dalla provincia di Lecce nel 1965, e venne destinata a sede del museo e del centro di ricerche e studi di folklore e tradizioni popolari salentine. All'ingresso del museo, in una platea datata 1692 eseguita dal tavolario Gaetano Pinto è scritto: "Abbadia di S.Maria a Cerrate sita nelle pertinenze della Terra di Trepuzzi" Due i libri su cui riflettere quello di Antonio Errico, “Le ragioni della passione” (Kurumuny) e quello di Luigi De Luca, “La fabbrica del mondo” (Lupo) Lo spettacolo è affidato agli artisti: Claudio Prima, Maria Mazzotta, Redi Hasa, Emanuele Coluccia, Simone Giorgino, Angela De Gaetano, Piero Rapanà con il concerto recital “Qui se mai verrai... il Salento dei poeti”. “Qui se mai verrai…”, è un verso di Vittore Fiore, un invito ed un auspicio per i viaggiatori, un concerto-recital che il Fondo Verri dedica al Salento e alle voci dei suoi poeti. Un prodotto editoriale in forma di “audioguida poetica”, la proposta di un itinerario, di una visita che guarda il territorio cercando nei luoghi il riverbero della poesia.

Seconda visita – Castello di Castro
Domenica 28 agosto, l'appuntamento è alle porte del Castello di Castro per una passeggiata - accompagnati da Piero Rapanà e Maurizio Nocera - lungo le ricostruite mura che incorniciano il centro storico e offrono al visitatore un incantevole panorama. Antonio L. Verri immaginava Castro come una Nave. Un grande corpo mnemonico, dopo poter cercare radici al presente. Il vascello della letteratura dove stili e modi diversi trovano incontro e sintesi. Metafora d'una terra la nostra protesa nel Mare, luogo di sensibilità sempre deste, presenti alla Storia. Il libro della serata è “Salento amore mio” di Pierfrancesco Pacoda. Un ritratto del territorio e del suo divenire attraverso “la polifonia di una terra in cui i depositari delle tradizioni desiderano reinterpretare il passato, senza perdere l'anima. Voci attraverso cui l'autore disegna la mappa di una galassia di realtà culturali autentiche, quasi segrete, che il visitatore più curioso potrà scoprire. Fuori stagione, lontano dai sentieri più battuti oppure a pochi passi dagli scogli affollati, dove si nascondono grotte con affreschi preistorici, dolmen divenuti pilastri dei capanni di campagna e feste private senza scaletta. Lo spettacolo è affidato a Gianluca Longo, Valerio Daniele, Emanuele Coluccia che accompagnano Mino De Santis in “Scarcagnizzu – vento dal basso, disco di esordio del cantautore tugliese prodotto dal Fondo Verri. Scrivono Francesco Aprile ed Erika Sorrenti: «Come Mino De Santis non sia una delle solite “cose nostre”, di quelle robe da sagra, da finto divertimento, di scarsa qualità, lo capisci subito. E non solo perché sia in gamba con la chitarra e con le parole, né perché non ci siano tamburi e tamburelli ad accompagnarlo. Lo capisci da quell'aria seria con cui propone i suoi pezzi, che quasi ti fa sentire in imbarazzo per le tue fragorose risate (...stupida che sei!). Quell'aria che sembra dirti “ehi, io faccio sul serio, non racconto mica barzellette”. E a ben vedere, anzi, a ben ascoltare, i testi di Mino De Santis saranno pure ironici, ma non certo comici. Quando attacca con quella storia del cavallo, non so, vedi le donne pugliesi, tutta la vita piegate ad arare la terra, a raccoglier frutti, a crescer figli, ma sempre con quell'aria da “bisbetiche indomate...».

Le visite di Settembre

Terza visita – Giardino Megalitico di Giurdignano
Domenica 4 settembre, l'appuntamento è a Giurdignano con Maurizio Nocera e Piero Rapanà a guidare il pubblico tra le “sacre pietre” del percorso megalitico. «Comprendere quanti menhir ci siano a Giurdignano è un'impresa - ancora oggi - difficile. Basti pensare che alcuni di essi, ancora integri, oppure ridotti a resti, sono conservati anche all'interno di civili abitazioni, o di corti e giardini. Un borgo fatto di menhir, si potrebbe dire, dove - in alcuni casi - interi elementi architettonici sono composti da resti di megaliti». Un passeggiata che sarà animata a cura dell'Amministrazione Comunale. Nell'ultima sosta della passeggiata, “Scarcagnizzu - vento dal basso” racconti e canzoni di e con Mino De Santis. Scrive Mauro Marino: «Arriva veloce lu “scarcagnizzu” e basso, una folata rapida che muove l'aria, un alito che ti lascia nell'interrogativo: “è venuto 'sto vento... non è venuto?”; così sono i testi di questo “cantore contadino” che nulla ha a che fare con i “cantori contadini” che la salentitudine ci ha raccontato in questi anni! Bassi e rapidi i colpi che le parole portano. Ridi e poi, subito ti chiedi... Ascolti e poi consideri! Filosofia? Forse sì. Pensamenti d'un anarchico, d'un sociologo illuminato! Certo è poesia! Autentico canto! Quello che scava, che fa l'autore “voce” di una coralità muta, d'occhi e di parole. Undici canzoni ne Lu Scarcagnizzu, selezionate in una ricchissima produzione. Canzoni che usano il dialetto – nell'accezione tugliese - per mischiare senso e umori: la lingua della terra che meglio s’accorda al sentire, nella frontalità del ridere e del rammarico».

Quarta Visita – Veglie, ex Convento dei Francescani
Domenica 11settembre, alle 20.00, le “biciclette di Bodini” fanno sosta a Veglie nel cuore dell'Arneo. Per un percorso tutto di memoria e di ricostruzione storica delle Lotte per la Terra ed il Riscatto Contadino. Nell'ex Convento dei Francescani, la presentazione del libro edito da Squilibri, “Memorie della terra. Racconti e canti di lavoro e di lotta del Salento” a cura di Vincenzo Santoro. Con l'autore Anna Cinzia Villani all'organetto diatonico e al tamburello. “Nell'intreccio di musica tradizionale e racconto orale, un viaggio nella memoria del lavoro nel Salento della prima metà del Novecento, dalla "rivolta di Tricase" del 15 maggio 1935, con la feroce repressione di una manifestazione di piazza delle tabacchine dello stabilimento "Acait", all'occupazione del feudo d'Arneo nel 1949-51, la più eclatante delle azioni intraprese dal movimento sindacale e contadino. Attraverso la viva voce dei protagonisti e un ricco apparato di immagini, si delinea così un vivido spaccato su un'indimenticabile stagione di lotte sociali che, nel cd allegato, restituisce all'ascolto anche la ruvida materialità di canti e musiche di straordinaria bellezza ma ricolmi di aneliti di riscatto, di cui si è perso persino il ricordo nelle levigate operazioni di riproposta dei repertori popolari salentini”. Nel corso della serata la riproposta del documentario “L'Arneide” di Luigi Del Prete (2002). L'Arneide, deve il suo titolo ad un articolo di Vittorio Bodini, è il racconto di una straordinaria stagione di lotte dei contadini poveri e dei braccianti del Salento nell'immediato dopoguerra. Tra il 1949-1950 ed il 1950-1951 migliaia di contadini si mossero per occupare le terre del comprensorio dell'Arneo, un vasto latifondo allora incolto situato tra le provincie di Lecce, Brindisi e Taranto. Il racconto di quel periodo, con le testimonianze dirette dei protagonisti sopravvissuti.

Quinta visita Aradeo, Centro Storico
Domenica 18 settembre, l'appuntamento è nel centro storico di Aradeo. Ad accompagnare il pubblico Michele Bovino e gli artisti Raffaella Aprile, Cinzia Marzo, Lamberto Probo, Rocco Nigro, Giorgio Doveri e tanti altri amici per un omaggio a Pino Zimba. Nel corso della serata la lettura di un brano di Annamaria Ortese dedicato alle Tabacchine del Salento. A chiudere la serata lo spettacolo “Curcitumbule (Capriole)” con Antonio Calò e Mino De Santis. «Due angeli in scena. Anzi, un angelo e un arcangelo. Oppure due diavolacci, o ancora due artisti, il bianco e il nero, amici dai tempi delle medie, si esibiscono in scoppiettanti “curcitumbule”, cioè “capriole”. Storie di nobili e cafoni, ladri e “majati”, tra canti e “cunti”. Una chitarra, una sedia e due leggii, linguaggio esilarante, semplice e colorito, i due “tuglioni” (cioè tugliesi) affidano l’ispirazione nella disarmante quotidianità di una terra, il Salento, che si lascia raccontare con naturale ironia, sfiorando la satira, per voce di poveri pezzenti, “bonacci” e animali, anch’essi goliardica trasposizione della società. Partendo dalle vicende non remote di un Salento diviso in classi, narrate da un nobile orgoglioso del titolo, degli antenati appesi al muro e di “tutta ‘sta cultura”, a cui risponde un cafone, altrettanto fiero della sua dignità, s’arriva ai tempi nostri per ascoltare “la storia di Donato, ladro senza grinta” inseguito dalle guardie e dalla cassiera della Standa, trotterellando fino alla fontana della piazza di un qualsiasi paesino del Salento di pochi decenni fa, per assistere all’esacerbato amore dello studioso francese André Pascal nei confronti di una giovane donna con sette fratelli piuttosto sgarbati. E tra una capriola e l’altra, il viaggio continua a suon di “Blues delle patate”, passando per la bocca di Madame Pirania, come un susseguirsi di cartoline, scattate tra i campi, sui binari, dal bar della piazza o sotto un albero di fichi».

Sesta visitaMonastero di Sant'Elia
L'ultima visita della nona edizione dei Luoghi d'Allerta è domenica 25 settembre, con il consueto appuntamento al Monastero di Sant’Elia (sulla strada provinciale Squinzano - Campi Salentina). Gli artisti ospiti: l’attrice Silvia Lodi, il musicista Roberto Gagliardi e il contrabbassista Marco Bardoscia in una performance in solo dedicata al monastro di Sant'Elia. «La storia possiamo amarla, e lasciarcene affascinare, oppure odiarla, rigettandone tutti i contenuti valoriali. Ma per quanto ci impegnassimo non riusciremmo mai a rimanere asetticamente indifferenti al suo portato cognitivo. E talvolta dal passato emergono spunti inattesi e risvolti ignoti, o dimenticati, che inevitabilmente espandono le nostre coscienze e trasformano il valore ed il significato che attualmente diamo agli uomini ed alle cose che ci circondano. Sono trascorsi giusto due secoli da quando nel 1811 il convento di S. Elia, per tradizione collegato alla cittadina di Campi Salentina ma ricadente nel territorio di Trepuzzi, a seguito delle “soppressioni napoleoniche”, è stato definitivamente sottratto ai Cappuccini che lo detenevano dal 1575. Solo di recente, attraverso l’opera sinergica delle amministrazioni dei tre Comuni limitrofi di Campi Salentina, Squinzano e Trepuzzi, l’ex Convento di S. Elia è stato riacquisito come bene pubblico. Da qualche tempo sono cominciati anche gli interventi di restauro finalizzati al recupero dell’intera struttura, destinata a diventare un contenitore culturale». A chiudere la serata il protagonista dell'edizione 2011 degli itinerari del Fondo Verri che ha voluto essere produttore del disco di esordio di Mino De Santis, “Scarcagnizzu”. Un autore di cui il Salento aveva bisogno, che dopo anni di silenzioso lavoro si presenta al pubblico. Scrive di lui Pino De Luca: «Le canzoni si susseguono, si snocciolano una ad una lanciando secchiate di emozioni su un pubblico di varissima umanità, attento ai testi, denso e partecipe, che quasi respira a ritmo coerente con l'ironia sottile dei testi e le musiche contaminate che fanno da contrappunto. Mino non è giovanissimo e non sarò qui a tesserne le lodi. Mino ha scritto una pagina di canzone popolare vera, del popolo del Salento… lento… lento... lento che si libera (era ora) dalla pur splendida prigionia del tamburello, dell'organetto e del violino e approda ad un linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato, rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con il quale crescere i piccoli».

Ass. Cult. Fondo Verri
Via Santa Maria del Paradiso 8.a, 73100 Lecce
Info: 0832 – 304522 / cell. 327-3246985

http://luoghidallerta.blogspot.com