mercoledì 17 ottobre 2007
sabato 13 ottobre 2007
Da Salice Salentino
Il Territorio
Questo era il territorio.
Intorno non c’era un paesaggio ricco di bellezza;
nessun particolare attraeva lo sguardo che arrivava senza alcun ostacolo dritto all’orizzonte; era, più che in senso, piatto il territorio.
L’unico stupore che lo riguardava era quello che avrebbe provato chi si fosse trovato ad ascoltare qualcuno che ne parlava.
D’altra parte, come per ogni argomento apparentemente insignificante, trovare qualcosa da dire sul territorio, non era uno sforzo da poco.
Proprio per questo bello sarebbe stato, ad esempio, cogliere un significato nascosto, scoprire un dettaglio trascurato che avrebbe potuto dare al territorio un nuovo aspetto.
S’intende, la trasformazione non sarebbe avvenuta fisicamente: la si sarebbe vista negli occhi della gente, di quella che tornava, magari.
Sì, perché di partenze dal territorio ce n’erano state tante e ancora ce ne sarebbero state; ma in fondo era un luogo di ritorni.
Una era la strada di partenza, tante, invece, quelle dei ritorni.
Era un capolinea di avventure da li cominciate ma altrove vissute, un risveglio da sogni sognati in altri sonni, un solido muro sul quale le proprie conquiste si frantumavano con rabbia.
E comunque rimaneva un luogo di ritorni.
E radici probabilmente.
Infatti, come per un albero, per quanto il tronco si innalzi al cielo, per quanto numerose possano essere le direzioni prese dai rami, per quanto bello possa sembrare coi suoi fiori, foglie e frutti, sono sempre le radici la chiave, perché sono a contatto con ciò che è più importante ma inesorabili aggirano e attraversano non viste ostacoli ostinati, si nutrono dell’essenziale ma danno potenza e bellezza, così per chi si stupiva e si chiedeva : “Perché parlarne?”, il territorio, il territorio diventa bello di semplicità e con qualche significato in più.
Come ogni altro luogo del resto: ogni posto diventa il ritorno per qualcuno, non più vuoto di ricordi.
Nota. Per una coincidenza, piuttosto che scrivere queste righe, avrei potuto descrivere e commentare lo stemma di Salice, che raffigura, per quanto ne so, l’unico albero i cui rami tendono verso le proprie radici.
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venerdì 12 ottobre 2007
Con la Madonna di Sanarica a San Pietro Vernotico
Ultimo appuntamento della quinta edizione de “ I luoghi d’allerta” a San Pietro Vernotico, domenica 14 ottobre, a partire dalle ore 19.30. Appuntamento sul sagrato della chiesa di San Pietro per un itinerario in bilico tra sacro e profano. Saranno le voci di Maria Mazzotta e Cinzia Villani ad aprire la processione che accompagnerà la Madonna di Sanarica nella sua piccola chiesetta. Tra luminarie ed odor di vino la guida del viaggio Valentina Pennetta aprirà le porte della Cantina Sociale Sanpietrana per degustare il prezioso nettare e visitare tra ricordi e canti la mostra storica sugli stabilimenti vinicoli curata da Carlo Sozzo. A chiudere la visita , dopo lo straordinario successo ottenuto pochi giorni fa al Parco della musica di Roma, la banda Adriatica: marce salentine, fanfare di Dalmazia e d’Albania e delle isole greche. Un ensamble di cinque ottoni, tre percussioni, un violoncello albanese e l’organetto del "direttore" Claudio Prima per melodie sinuose e ritmi delle due sponde adriatiche.
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venerdì 5 ottobre 2007
Domenica a Salice Salentino a sentir odor di vino!
I Luoghi d’Allerta
visite ed itinerari di spettacolo nel Grande Salento
Appuntamento alle ore 20.00 in P.zza Plebiscito.
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lunedì 24 settembre 2007
E anche Otranto è andata! E come!
Grande serata quella di ieri a Otranto.
Bellissima serata quella di Otranto!
A parte gli occhi che hanno sofferto... c'è una provvisorietà, una sciatteria, un pressappochismo che feriscono che privano la città dei Martiri della sua magia misterica. Ma è meglio 'de-pensare' e rimanere all'arte.
Vincenzo Mazzone, clown batterista è stato il mattatore, artefice con Roberto Gagliardi ai sax e Livio Minafra alla fisarmonica di una spettacolo unico, ironico e lieve. Musica creativa suonata sul bilico dell'improvvisazione. Temi di "sapore" romagnolo confusi ad arie balcaniche, svisate jazz, ritorni di concertazione colta. Un "circo" di suoni che hanno riempito di astrazione il senso della narrazione che Elio Paiano ha donato al pubblico raccontando Otranto e le sue trasformazioni. Poesia e musica insieme e tante voci. Quella 'breve' ed emozionata di Guido Picchi, quella verace e selvatica di Salvatore Brigante, quella fresca dei ragazzi del teatro Blitz. Un omaggio dovuto... ai poeti, con la paura dei fuochi di oggi e del cemento di domani.
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giovedì 20 settembre 2007
A Otranto, a Otranto!
Domenica 23 settembre, dalle pre 20.00, il luogo dell’allerta è Otranto e il Castello Aragonese. Guida della visita, accompagnato dal capitano di torre Piero Rapanà, è Elio Paiano, fine conoscitore e narratore di segreti, di pieghe, di andature, di soffi di terra e di mare, dell’intimo d’un anima e d’un sentire. Un racconto lungo quello di Otranto, riverbera da lontano l’Oriente. La paura, le passioni, il divenire della cultura. Fare culla, desiderio, scavo, scoperta. Otranto è di pietre che sanno! E a queste pietre l’omaggio dei Luoghi d’Allerta è rivolto attraverso i suoni e la poesia in una passeggiata che ritrova il ritmo di uno spaesamento al riparo delle “calure” estive. Un altro pubblico quello di settembre nel “bene comune” da godere al pieno della sua bellezza di luce e d’armonia. Protagonisti della serata i poeti e dicitori Guido Picchi, Marco Graziuso, Salvatore Brigante, gli attori del Teatro Blitz, i cantanti Emanuele Licci e Raffaella Aprile, i musicisti Livio Minafra, Robeto Gagliardi, Vincenzo Mazzone. Il libro della serata è, in omaggio alle lotte per la tutela della Palacìa è “Il fanalista d’Otranto” di Maurizio Nocera.
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martedì 18 settembre 2007
Bene,bene!!! Ad otranto lettura di Guido Picchi
per l'idrusa serata
un'omaggio d'incanto
al maestro ch'è vanto
i guerrieri sembran passare in secondo piano
sovrastati dal nesso dell'uomo che ha ammesso che si può dire nulla....
Bene Bene Bene
da che non son stato
ho smesso il passato
non penso al futuro
che ha da venire
qui preme l'agire
mi rimane il coraggio di passare il messaggio
che tutto è contrito dal linguaggio rapito
nè avanza il padrone di questa situazione
per lasciare un passaggio ad un più apio raggio
del sole che quì ci riscalda ogni dì
a domenica ancora manca tempo ed ora
io riprovo la rima dell'ora et labora
per non esser mio vanto
l'aver creato il canto
giacchè non sono io
ma il destino mio dio
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lunedì 17 settembre 2007
Il Fanalista d'Otranto, di Maurizio Nocera
purtroppo il 23 settembre non potrò essere presente all' incontro previsto nell'ambito del programma della manifestazione I luoghi d'Allerta perché sarò fuori provincia.
Sai quanto mi sarebbe piaciuto essere presente, perché il mio povero Fanalista d'Otranto non è stato mai presentato al pubblico. Lo stai facendo tu ora e te sono molto riconoscente.
Il mio Fanalista vuole essere un omaggio agli uomini che hanno vissuto e che vivono in rapporto col mare, quest'immensità d'acqua che copre tre quarti del pianeta. E vuole essere anche un omaggio a quegli straordinari edifici che sono i fari, simboli luminosi di un qualsiasi avvenire che
verrà.
Fa parte della Collana de "I poeti de L'Uomo e il Mare", un trimestrale di poesia fondato a Gallipoli da Augusto Benemeglio e da me diretto. L'iniziativa editoriale poetica ha lo scopo di far conoscere, veicolare, valorizzare, evidenziare nuove opere poetiche di autori salentini e dell'area mediterranea, che abbiano come riferimento, in larga accezione, il rapporto uomo-mare, nelle sue innumerevoli significazioni, o il recupero e la valorizzazione di tutto ciò che costituisce patrimonio e retaggio della nostra civiltà mediterranea (usi, costumi, tradizioni religiosi, miti, simboli) e in particolare di quella salentina e al ruolo del Salento nell'ambito di detta civiltà.
In un primo tempo ebbe come titolo Il faro, poi Il faro della Palascìa, infine Il fanalista d'Otranto, grazie al consiglio suggeritomi dall'amico Antonio Massari da Milano. La sua stesura è stata per me alquanto laboriosa, perché all'origine aveva una struttura che non riusciva a contenere quanto mi imponeva la spinta emozionale interiore. Il mio obiettivo era di includere in ognuna delle quartine, in tutto 47 più due righi, alcune parole chiave senza le quali sentivo perdere in me una certa musicalità. Ogni parola doveva esprimere un concetto non nel senso etimologico stretto, ma più tendente verso quell' "universale indefinito" che non sempre è facile
raggiungere. Alcune di queste parole chiave sono: fanale, mare, vento, farista, scogliera, altura, silenzio, altre ancora. Come si può ben capire, non era facile farle stare tutte dentro in un numero così limitato di versi (quattro), per cui sono stato costretto a fare spesso un lavorio complicato di "limatura" e "contro-limatura".
Ho scritto questi versi perché da anni, nelle lunghe e silenziose notti invernali, quando il freddo trafigge le carni, faccio un sogno dentro al quale numerose sono le immagini del Salento; esse a volte mi svegliano di soprassalto e mi spingono a "volare" ad occhi aperti su quel tratto di costa
denominato Palascìa, tra Otranto e Porto Badisco. È questo un luogo caro alla memoria, perché per lungo tempo l¹ho frequentato assieme ad Antonio L. Verri, ed anche assieme a Salvatore Toma. Verri aveva paura di salire sulla torre, a Salvatore invece, quell' unica volta che venne con noi, gli interessò solo guardare il mare.
Ho scritto questi versi anche perché da anni conosco e frequento i figli di Ciccio (Francesco) Mariano, uno degli ultimi fanalisti del Faro di Capo d' Otranto. La moglie Addolorata è scomparsa ormai da anni, mentre vivono Luisa col marito Lino Piconese, Enza, Franco con la moglie Clementina, Giovanna; due altri figli, invece, morirono prematuramente, il sacerdote don Luigi Mariano e l'ancora giovane Tommaso, studente in medicina. Da questa famiglia otrantina ho spesso ascoltato le storie, i riferimenti, le leggende legate al Fanale d'Otranto.
Nelle note al testo si trovano due scritti sul Faro di Antonio Corchia, l' amico poeta di Otranto, con il quale per decenni ho studiato e lavorato ad iniziative comuni. A Lui va anche il mio pensiero. C'è una dedica, alla cara Maria Corti, perché di Otranto e del Faro è stata amante ri-amata; c'è poi un piccolo estratto dal testo di Predrag Matvejevic, "Mediterraneo. Un nuovo
breviario. I traffici dei mercanti, le migrazioni delle anguille, fughe di popoli e nascita di idee, leggende, architettura, storia, paesaggi" pubblicato in Italia nel 1998; i contributi si chiudono con un testo critico di Aldo Bello, direttore di "Apulia", mentre in quarta di copertina c¹è un bellissimo giudizio del mio amico Augusto Benemeglio.
Le immagini del Fanale d'Otranto sono tutte mie e come si può ben vedere si tratta di semplici scatti ottenuti con una comunissima macchina fotografica.
Tutte le foto ritraggono il Fanale dalla vista di terra: primo, perché io non sono un uomo di mare e mai ho visto questo monumento dalla parte
dell'acqua; secondo, perché tutta la poesia narra le vicende della vita del fanalista otrantino che si muove su quel tratto di costa con lo sguardo che dalla terra si orienta verso il mare.
Chiedo scusa dell'assenza a tutti i partecipanti all¹incontro e nuovamente ti ringrazio per la lettura che farai di qualche passo del mio testo.
Cari saluti a tutti da Maurizio Nocera
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Mamma li turchi!!! A San Pancrazio
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giovedì 13 settembre 2007
Domenica 16 LdA a San Pancrazio Salentino

Ed è proprio sul sagrato che gli artisti dell’allerta faranno festa e spettacolo con i suoni de i Ronam: Rocco Nigro , Nadia Martina, Vito De Lorenzi, Antonio Esperti, Valerio Daniele; le vocidi Enza Pagliara, Cinzia Villani e Maria Mazzotta e le spettacolazioni degli attori del TeatroBlitz guidate da Piero Rapanà. Guida della passeggiata di San pancrazio sarà Gino Muscogiuri. Ospite Livio Greco di “Calime ti Scirocco” il vento della passione del sud nella forza della musica.
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lunedì 10 settembre 2007
Ardicore!
A Crepacore tutto nell'onda del ritmo.
Passato e presente insieme tenuto dalle pietre.
A Torre Santa Susanna che appare nobile col suo castello
e la campagna intorno che accoglie i canti e gli occhi curiosi
d'una truppa di filmakers in formazione
le svisate fisarmoniche di Livio e e i graffi saxati di Roberto.
Anche il poeta vibra sul muro, fatto di luce... anche il poeta!
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venerdì 7 settembre 2007
A Crepacore - Torre Santa Susanna
La prima tappa in provincia di Brindisi della quinta edizione de I Luoghi d’Allerta è a Torre S. Susanna, domenica 9 settembre, dalle ore 20.00 nella bellissima area archeologica della chiesetta di Crepacore. San Pietro o Santa Maria di Crepacuore? Maschile e femminile insieme nel tentativo del nome e quel “crepacore” poi, sospeso, toglie in fiato, intriga, fa poesia.
E’ ritenuto il più bel monumento bizantino che la Puglia possiede. Localizzato sulla provinciale per Mesagne a circa 4 Km., su un pianoro limitrofo ad un canalone, nel quale è attiva ancora oggi una polla d'acqua. La chiesetta, annessa alla Masseria le Torri, fu edificata nell'VIII secolo con materiali provenienti da resti di costruzione messapiche, ha l'aspetto di una fortezza. Questo lo scenario che ospita la terza visita degli itinerari di spettacolo del Fondo Verri, il programma della serata prevede la messa scena di “Che Fortuna…sono qui” spettacolo costruito sui testi di Dino Campana, Antonio Verri, Mariangela Gualtieri ed Edoardo De Candia che sarà presentato in una versione itinerante mischiato ai canti di Raffaella Aprile e Franco Tommasi, in chiusura le improvvisazioni jazzistiche di Roberto Gagliardi e Livio Minafra.
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giovedì 6 settembre 2007
Sul limine dei greci...
La chiesetta di Crepacore: 1500 anni di storia
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martedì 4 settembre 2007
Nell'incanto di Crepacore

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Nota sulle prime due visite!
Accade sempre, e l'incanto si rinnova.
Sposa i luoghi al fare e il buio augura, auspica, fa fortuna.
Maurizio Nocera in apertura della visita di Vaste presso il sito dei S.S. Stefani ha invitato il pubblico a chiudere gli occhi, immaginare all'indietro cos'era stato quel Salento di grotte abitato dai Basiliani denso di sapere, denso di pietre alzate a riparo e in gloria dell'esserci.
I canti carezzano e strillano di noi, adesso, sussurrano con le parole la nostalgia.
Tutto è fermo, in attesa... la nebbia è venuta a portare il primo fresco!
E' il vento che ha scritto l'incontro di Andrano. Le sagge parole d'una guida, quelle del pittore poeta, quelle dei canti in volo da un balcone aprono all'astrazione d'un jazz ricco di sorprese. E LdA come un tempo confonde, mischia persone e accoglie ospiti!
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giovedì 30 agosto 2007
Le prime due visite 2007
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domenica 26 agosto 2007
mercoledì 22 agosto 2007
Luoghi d'Allerta 2007
Fondo Verri
Regione Puglia / Puglia per tutte le stagioni
Istituto di Culture Mediterranee
Provincia di Lecce
Provincia di Brindisi
Visite ed itinerari nel Grande Salento
5.a edizione
I Canti sono affidati a Raffaella Aprile e ad Enza Pagliara in chiusura un concerto d’eccezione con Roberto Gagliardi, Livio Minafra e Vincenzo Mazzone.
Ancora in provincia di Brindisi a sentir odore di vendemmia domenica 16 settembre, nel centro storico di San Pancrazio Salentino con i suoni de i Ronam con Rocco Nigro , Nadia Martina, Vito De Lorenzi, Antonio Esperti, Redi Hasa, le voci di Enza pagliata, Cinzia Villani e Maria Mazzotta, gli attori del TeatroBlitz con la loro spettacolazione itinerante.
Ampio spazio sarà dedicato ad una collezione di letture dedicate ai poeti salicesi a cura di Mauro Marino e Roberto Simini. Le musiche sono affidate al trio jazz di Roberto Gagliardi. I repertori video all’occhio di Carlo Michele Schirinzi.
Per l’ultima tappa dell’edizione 2007 i Luoghi tornano San Pietro Vernotico, domenica 14 ottobre, per un itinerario ambientato nel centro storico le voci di Enza Pagliara, Maria Mazzotta, Cinzia Villani e la parata-concerto della Banda Adriatica.
Viaggio in Puglia
Ogni tappa delle visite sarà corredata da visioni e da immagini della Puglia, tratte da repertorio video-fotografico del Fondo Verri.
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