giovedì 27 settembre 2007

A Martignano, luogo d'allerta culturale!

C’è un luogo dove i Luoghi d’Allerta, tornano sempre, in ogni edizione la visita a Martignano significa un omaggio al lavoro di chi si spende per la promozione culturale. Palazzo Palmieri, oggi divenuto Parco Turistico Culturale, è il luogo dell’appuntamento, domenica 30 settembre dalle ore 20.00. La visita che vuole scoprire i segreti del centro storico sarà guidata da Piero Rapanà accompagnato dai canti di Emanuele Licci, Raffaella Aprile e Maria Mazzotta. Il teatro poesia degli attori del TeatroBlitz introdurrà Alma de tangos di Francesco Congedo, Nadia Martina, Rocco Nigro e Gianni Tarantino.

Il libro della serata è Canti di lotta e d’Amore (Luca pensa ed.) di Martina Gentile presentata da Vito Antonio Conte.

mercoledì 26 settembre 2007

Non

io non canto, incanto
poi decanto come il vino
e me ne vanto
perchè tanto mi dà tanto
non resta che il pianto
per il dis-in-canto
di non aver rimpianto
da peccatore santo

poeta

lunedì 24 settembre 2007

E anche Otranto è andata! E come!

Grande serata quella di ieri a Otranto.

Bellissima serata quella di Otranto!
A parte gli occhi che hanno sofferto... c'è una provvisorietà, una sciatteria, un pressappochismo che feriscono che privano la città dei Martiri della sua magia misterica. Ma è meglio 'de-pensare' e rimanere all'arte.
Vincenzo Mazzone, clown batterista è stato il mattatore, artefice con Roberto Gagliardi ai sax e Livio Minafra alla fisarmonica di una spettacolo unico, ironico e lieve. Musica creativa suonata sul bilico dell'improvvisazione. Temi di "sapore" romagnolo confusi ad arie balcaniche, svisate jazz, ritorni di concertazione colta. Un "circo" di suoni che hanno riempito di astrazione il senso della narrazione che Elio Paiano ha donato al pubblico raccontando Otranto e le sue trasformazioni. Poesia e musica insieme e tante voci. Quella 'breve' ed emozionata di Guido Picchi, quella verace e selvatica di Salvatore Brigante, quella fresca dei ragazzi del teatro Blitz. Un omaggio dovuto... ai poeti, con la paura dei fuochi di oggi e del cemento di domani.

sabato 22 settembre 2007

Movimento


giovedì 20 settembre 2007

A Otranto, a Otranto!

Domenica 23 settembre, dalle pre 20.00, il luogo dell’allerta è Otranto e il Castello Aragonese. Guida della visita, accompagnato dal capitano di torre Piero Rapanà, è Elio Paiano, fine conoscitore e narratore di segreti, di pieghe, di andature, di soffi di terra e di mare, dell’intimo d’un anima e d’un sentire. Un racconto lungo quello di Otranto, riverbera da lontano l’Oriente. La paura, le passioni, il divenire della cultura. Fare culla, desiderio, scavo, scoperta. Otranto è di pietre che sanno! E a queste pietre l’omaggio dei Luoghi d’Allerta è rivolto attraverso i suoni e la poesia in una passeggiata che ritrova il ritmo di uno spaesamento al riparo delle “calure” estive. Un altro pubblico quello di settembre nel “bene comune” da godere al pieno della sua bellezza di luce e d’armonia. Protagonisti della serata i poeti e dicitori Guido Picchi, Marco Graziuso, Salvatore Brigante, gli attori del Teatro Blitz, i cantanti Emanuele Licci e Raffaella Aprile, i musicisti Livio Minafra, Robeto Gagliardi, Vincenzo Mazzone. Il libro della serata è, in omaggio alle lotte per la tutela della Palacìa è “Il fanalista d’Otranto” di Maurizio Nocera.

mercoledì 19 settembre 2007

martedì 18 settembre 2007

Bene,bene!!! Ad otranto lettura di Guido Picchi

Sto cercando di far BENE
per l'idrusa serata
un'omaggio d'incanto
al maestro ch'è vanto

i guerrieri sembran passare in secondo piano
sovrastati dal nesso dell'uomo che ha ammesso che si può dire nulla....

Bene Bene Bene
da che non son stato
ho smesso il passato
non penso al futuro
che ha da venire
qui preme l'agire

mi rimane il coraggio di passare il messaggio
che tutto è contrito dal linguaggio rapito
nè avanza il padrone di questa situazione
per lasciare un passaggio ad un più apio raggio
del sole che quì ci riscalda ogni dì

a domenica ancora manca tempo ed ora
io riprovo la rima dell'ora et labora
per non esser mio vanto
l'aver creato il canto
giacchè non sono io
ma il destino mio dio

lunedì 17 settembre 2007

Voci

































Il faro della Palacia a Capo d'Otranto

Il Fanalista d'Otranto, di Maurizio Nocera

Caro Piero,
purtroppo il 23 settembre non potrò essere presente all' incontro previsto nell'ambito del programma della manifestazione I luoghi d'Allerta perché sarò fuori provincia.
Sai quanto mi sarebbe piaciuto essere presente, perché il mio povero Fanalista d'Otranto non è stato mai presentato al pubblico. Lo stai facendo tu ora e te sono molto riconoscente.
Il mio Fanalista vuole essere un omaggio agli uomini che hanno vissuto e che vivono in rapporto col mare, quest'immensità d'acqua che copre tre quarti del pianeta. E vuole essere anche un omaggio a quegli straordinari edifici che sono i fari, simboli luminosi di un qualsiasi avvenire che
verrà.
Fa parte della Collana de "I poeti de L'Uomo e il Mare", un trimestrale di poesia fondato a Gallipoli da Augusto Benemeglio e da me diretto. L'iniziativa editoriale poetica ha lo scopo di far conoscere, veicolare, valorizzare, evidenziare nuove opere poetiche di autori salentini e dell'area mediterranea, che abbiano come riferimento, in larga accezione, il rapporto uomo-mare, nelle sue innumerevoli significazioni, o il recupero e la valorizzazione di tutto ciò che costituisce patrimonio e retaggio della nostra civiltà mediterranea (usi, costumi, tradizioni religiosi, miti, simboli) e in particolare di quella salentina e al ruolo del Salento nell'ambito di detta civiltà.
In un primo tempo ebbe come titolo Il faro, poi Il faro della Palascìa, infine Il fanalista d'Otranto, grazie al consiglio suggeritomi dall'amico Antonio Massari da Milano. La sua stesura è stata per me alquanto laboriosa, perché all'origine aveva una struttura che non riusciva a contenere quanto mi imponeva la spinta emozionale interiore. Il mio obiettivo era di includere in ognuna delle quartine, in tutto 47 più due righi, alcune parole chiave senza le quali sentivo perdere in me una certa musicalità. Ogni parola doveva esprimere un concetto non nel senso etimologico stretto, ma più tendente verso quell' "universale indefinito" che non sempre è facile
raggiungere. Alcune di queste parole chiave sono: fanale, mare, vento, farista, scogliera, altura, silenzio, altre ancora. Come si può ben capire, non era facile farle stare tutte dentro in un numero così limitato di versi (quattro), per cui sono stato costretto a fare spesso un lavorio complicato di "limatura" e "contro-limatura".
Ho scritto questi versi perché da anni, nelle lunghe e silenziose notti invernali, quando il freddo trafigge le carni, faccio un sogno dentro al quale numerose sono le immagini del Salento; esse a volte mi svegliano di soprassalto e mi spingono a "volare" ad occhi aperti su quel tratto di costa
denominato Palascìa, tra Otranto e Porto Badisco. È questo un luogo caro alla memoria, perché per lungo tempo l¹ho frequentato assieme ad Antonio L. Verri, ed anche assieme a Salvatore Toma. Verri aveva paura di salire sulla torre, a Salvatore invece, quell' unica volta che venne con noi, gli interessò solo guardare il mare.
Ho scritto questi versi anche perché da anni conosco e frequento i figli di Ciccio (Francesco) Mariano, uno degli ultimi fanalisti del Faro di Capo d' Otranto. La moglie Addolorata è scomparsa ormai da anni, mentre vivono Luisa col marito Lino Piconese, Enza, Franco con la moglie Clementina, Giovanna; due altri figli, invece, morirono prematuramente, il sacerdote don Luigi Mariano e l'ancora giovane Tommaso, studente in medicina. Da questa famiglia otrantina ho spesso ascoltato le storie, i riferimenti, le leggende legate al Fanale d'Otranto.
Nelle note al testo si trovano due scritti sul Faro di Antonio Corchia, l' amico poeta di Otranto, con il quale per decenni ho studiato e lavorato ad iniziative comuni. A Lui va anche il mio pensiero. C'è una dedica, alla cara Maria Corti, perché di Otranto e del Faro è stata amante ri-amata; c'è poi un piccolo estratto dal testo di Predrag Matvejevic, "Mediterraneo. Un nuovo
breviario. I traffici dei mercanti, le migrazioni delle anguille, fughe di popoli e nascita di idee, leggende, architettura, storia, paesaggi" pubblicato in Italia nel 1998; i contributi si chiudono con un testo critico di Aldo Bello, direttore di "Apulia", mentre in quarta di copertina c¹è un bellissimo giudizio del mio amico Augusto Benemeglio.
Le immagini del Fanale d'Otranto sono tutte mie e come si può ben vedere si tratta di semplici scatti ottenuti con una comunissima macchina fotografica.
Tutte le foto ritraggono il Fanale dalla vista di terra: primo, perché io non sono un uomo di mare e mai ho visto questo monumento dalla parte
dell'acqua; secondo, perché tutta la poesia narra le vicende della vita del fanalista otrantino che si muove su quel tratto di costa con lo sguardo che dalla terra si orienta verso il mare.
Chiedo scusa dell'assenza a tutti i partecipanti all¹incontro e nuovamente ti ringrazio per la lettura che farai di qualche passo del mio testo.

Cari saluti a tutti da Maurizio Nocera

Mamma li turchi!!! A San Pancrazio

















Nella chiesetta di Sant'Antonio che cresce su solide basi messapiche c'è un affresco, in alto a sinistra con l'altare di fronte. Si vede il mare, un vascello, un borgo, la campagna ed uno legato ad un palo, intorno gli lanciano pietre... c'è la parola tradimento scritta. Racconta della presa del paese ad opera di pirati turchi che deportarono tutta la popolazione. Rimanere ad occhi chiusi ad immaginare, sarà stato tutto un bosco da li al mare, e la spiaggia di Colimena una palude come quella che il poeta Gino Muscoggiri evoca coi suoi versi in dialetto... densa ricca la visita che anche in una tessitura urbana mantiene la sua efficacia. Brave le voci, Enza pagliara, Cinzia Villani, Maria Mazzotta. Bravi i Ronam! Bravo Piero! E bravo il pubblico!

venerdì 14 settembre 2007

Admir Shkurtaj

giovedì 13 settembre 2007

Domenica 16 LdA a San Pancrazio Salentino

Ancora in provincia di Brindisi nelle terre del negroamaro a sentire odore di vendemmia, i Luoghi d’Allerta fanno tappa domenica 16 settembre, dalle ore 20.00 a San Pancrazio Salentino. Luogo di storie, che fanno paura, in particolare in un oggi timoroso dello “straniero”. Nel 1547, la quiete della cittadina fu scossa da un'incursione turca; secondo il racconto di Girolamo Marciano cinque galeoni battenti la bandiera della Mezzaluna, la notte del primo gennaio, approdarono a Torre Colimena. Sbarcarono un centinaio di pirati guidati da un rinnegato, tale Chria. Questi guidò la banda sino a San Pancrazio e colse la popolazione completamente indifesa: praticamente tutti gli abitanti furono catturati, trasportati in Turchia e venduti come schiavi. L'episodio è diffusamente narrato nelle pitture parietali che si trovano nella chiesa di Sant'Antonio, peraltro anch'essa saccheggiata.
Ed è proprio sul sagrato che gli artisti dell’allerta faranno festa e spettacolo con i suoni de i Ronam: Rocco Nigro , Nadia Martina, Vito De Lorenzi, Antonio Esperti, Valerio Daniele; le vocidi Enza Pagliara, Cinzia Villani e Maria Mazzotta e le spettacolazioni degli attori del TeatroBlitz guidate da Piero Rapanà. Guida della passeggiata di San pancrazio sarà Gino Muscogiuri. Ospite Livio Greco di “Calime ti Scirocco” il vento della passione del sud nella forza della musica.


Che fortuna, sono quì a crepacore





























lunedì 10 settembre 2007

Ardicore!

A Crepacore tutto nell'onda del ritmo.
Passato e presente insieme tenuto dalle pietre.
A Torre Santa Susanna che appare nobile col suo castello
e la campagna intorno che accoglie i canti e gli occhi curiosi
d'una truppa di filmakers in formazione
le svisate fisarmoniche di Livio e e i graffi saxati di Roberto.
Anche il poeta vibra sul muro, fatto di luce... anche il poeta!

venerdì 7 settembre 2007

A Crepacore - Torre Santa Susanna

La prima tappa in provincia di Brindisi della quinta edizione de I Luoghi d’Allerta è a Torre S. Susanna, domenica 9 settembre, dalle ore 20.00 nella bellissima area archeologica della chiesetta di Crepacore. San Pietro o Santa Maria di Crepacuore? Maschile e femminile insieme nel tentativo del nome e quel “crepacore” poi, sospeso, toglie in fiato, intriga, fa poesia.

E’ ritenuto il più bel monumento bizantino che la Puglia possiede. Localizzato sulla provinciale per Mesagne a circa 4 Km., su un pianoro limitrofo ad un canalone, nel quale è attiva ancora oggi una polla d'acqua. La chiesetta, annessa alla Masseria le Torri, fu edificata nell'VIII secolo con materiali provenienti da resti di costruzione messapiche, ha l'aspetto di una fortezza. Questo lo scenario che ospita la terza visita degli itinerari di spettacolo del Fondo Verri, il programma della serata prevede la messa scena di “Che Fortuna…sono qui” spettacolo costruito sui testi di Dino Campana, Antonio Verri, Mariangela Gualtieri ed Edoardo De Candia che sarà presentato in una versione itinerante mischiato ai canti di Raffaella Aprile e Franco Tommasi, in chiusura le improvvisazioni jazzistiche di Roberto Gagliardi e Livio Minafra. Dallo scorso febbraio il comune di Torre Santa Susanna ha affidato la gestione del sito archeologico di S. Pietro di Crepacore all’Associazione Culturale Gruppo Guide Turistiche che, curando il servizio di guida, cerca di valorizzare questo gioiello incastonato nella campagna torrese. La guida che accompagnerà il viaggio de “I Luoghi d’Allerta” nel sito archeologico di S. Pietro di Crepacore sarà il dott. Antonio Trinchera, romanziere e appassionato studioso di storia locale, uno degli ideatori del Concorso di Poesia Santa Maria di Crepacore.

giovedì 6 settembre 2007

Sul limine dei greci...











La chiesetta di Crepacore: 1500 anni di storia

La chiesetta di Crepacore, che sorge sulle dolci alture a Nord della cittadina di Torre Santa Susanna, realizzata intorno al VII-VIII secolo, durante la guerra longobardo-bizantina, fa parte del gruppo di costruzioni religiose nate lungo l’antico Limitone dei Greci. La chiesa di Crepacore resta comunque la più bella e la più imponente tra le costruzioni della stessa famiglia soprattutto per la pregevole fattura degli affreschi bizantini ancora conservati e che fanno ipotizzare che in origine la chiesa dovesse essere tutta affrescata. Al primo periodo medievale (VII secolo) risale la necropoli scoperta nel 1994 durante gli ultimi lavori di restauro alla chiesetta, anche se alcune tombe sono addirittura romane, ma riutilizzate in epoche molto più tarde. Per quanto riguarda il toponimo Crepacore, contraddittorie sono le teorie sulle sue origini, tale denominazione potrebbe essere stata data addirittura in un momento molto tardo, quando il posto non era più abitato, e potrebbe riferirsi alle difficoltà di coltivazione del territorio e/o di deambulazione sul sito, vista la pendenza molto accentuata, oppure alle precarie condizioni di vita a causa ella malaria, senza escludere che Crepacore possa essere derivato da “creparone”, cioè grossa crepa nel terreno, alludendo alla valle scavata dal Canale delle Torri che scorre ala spalle della masseria omonima presso cui sorge la chiesetta bizantina.

Dallo scorso febbraio il comune di Torre Santa Susanna ha affidato la gestione del sito archeologico di S. Pietro di Crepacore all’Associazione Culturale Gruppo Guide Turistiche che, curando il servizio di guida, cerca di valorizzare questo gioiello incastonato nella campagna torrese. La guida che accompagnerà il viaggio de “I Luoghi d’Allerta” nel sito archeologico di S. Pietro di Crepacore sarà il dott. Antonio Trinchera, romanziere e appassionato studioso di storia locale. Componente del Cenacolo Culturale Giovanni Pascoli, della Società di Storia Patria della Puglia e della Società Italiana di Storia della Medicina. Nocchiero ideale di questo viaggio, non solo perché amante della storia della sua terra, ma anche perché uno degli ideatori del Concorso di Poesia Santa Maria di Crepacore.

mercoledì 5 settembre 2007

A Rina Durante e ad Otranto

Luna otrantina
(di Rina Durante 1928/2004)

Luna luna otrantina
chissà quante cose hai visto tu
pescatori che annodano le reti
lunghe come i capelli di una donna
alla torre del serpe il timoniere gettò la prua
gettò la prua nell’onda
e il suo cuore ancora affonda
e il saraceno che venne dall’Oriente
a rapirci le stelle e il monaco pittore
che una nave crociata dipinse nella grotta.

Luna luna otrantina
chissà quante cose hai visto tu
l’agonia del delfino
ultimo pescatore di corallo
e del mio sogno e del mio sogno più dolce
più acerbo e più selvaggio.

Luna luna otrantina
la speranza è appesa ad un oleandro
e le notti di Puglia sono lunghe
troppo lunghe per finire.

martedì 4 settembre 2007

Nell'incanto di Crepacore

La prima tappa in provincia di Brindisi della quinta edizione de I Luoghi d’Allerta è a Torre S. Susanna, domenica 9 settembre, dalle ore 20.00 nella bellissima area archeologica della chiesetta di Crepacore. San Pietro o Santa Maria di Crepacuore? Maschile e femminile insieme nel tentativo del nome e quel “crepacore” poi, sospeso, toglie in fiato, intriga, fa poesia.
E’ ritenuto il più bel monumento bizantino che la Puglia possiede. Localizzato sulla provinciale per Mesagne a circa 4 Km., su un pianoro limitrofo ad un canalone, nel quale è attiva ancora oggi una polla d'acqua. La chiesetta, annessa alla Masseria le Torri, fu edificata nell'VIII secolo con materiali provenienti da resti di costruzione messapiche, ha l'aspetto di una fortezza. Questo lo scenario che ospita la terza visita degli itinerari di spettacolo del Fondo Verri, il programma della serata prevede la messa scena di “Che Fortuna…sono qui” spettacolo costruito sui testi di Dino Campana, Antonio Verri, Mariangela Gualtieri ed Edoardo De Candia per le musiche di Roberto Gagliardi che sarà presentato in una versione itinerante mischiato ai canti di Raffaella Aprile in chiusura un astrazioni jazzistiche con Roberto Gagliardi, Livio Minafra e Vincenzo Mazzone.

Nota sulle prime due visite!

Accade sempre, e l'incanto si rinnova.
Sposa i luoghi al fare e il buio augura, auspica, fa fortuna.
Maurizio Nocera in apertura della visita di Vaste presso il sito dei S.S. Stefani ha invitato il pubblico a chiudere gli occhi, immaginare all'indietro cos'era stato quel Salento di grotte abitato dai Basiliani denso di sapere, denso di pietre alzate a riparo e in gloria dell'esserci.
I canti carezzano e strillano di noi, adesso, sussurrano con le parole la nostalgia.
Tutto è fermo, in attesa... la nebbia è venuta a portare il primo fresco!

E' il vento che ha scritto l'incontro di Andrano. Le sagge parole d'una guida, quelle del pittore poeta, quelle dei canti in volo da un balcone aprono all'astrazione d'un jazz ricco di sorprese. E LdA come un tempo confonde, mischia persone e accoglie ospiti!